
“Le sfide future per l`Europa sono l`immigrazione e il lavoro”. È il monito di Paolo Gentiloni, ex primo ministro italiano e membro di spicco del Partito democratico, lanciato ieri mercoledí 7 marzo dall`Old Theatre della London School of Economics, ai leaders europei. Ospite della LSE !dea, LSE European Institute e dal Dahrmendorf Forum, il cui condirettore Iain Begg ha diretto il dibattito, Gentiloni ha difeso il progetto europeo, pur, nella franchezza che lo contraddistingue sempre, enumerandone i difetti. Gentiloni, introdotto dal professor Begg (“non c`e`bisogno che vi presenti Paolo, se siete qui già lo conoscete”) ha salutato il teatro colmo di studenti, soprattutto italiani, che in un perfetto inglese, lo hanno sollecitato sull`attuale dibattito politico italiano ed europeo. Dopo una prolusione nella quale ha analizzato la corrente situazione, stuzzicato sul passo falso di Renzi all`indomani del referendum costituzionale, perso, Gentiloni ha incalzato, facendo il verso allo stallo sulla Brexit, “si abbiamo un problema con i referendum”, lanciando una stoccata ai populisti, brexiteers compresi: “Riprendersi il controllo indietro significa che non avrai alcun ruolo a livello internazionale, sulle questioni ambientaliste e pacifiste e cosí via. Se vuoi questo, bene, ma non si dica che accetti l`Europa e vuoi cambiarla, perchè vuoi cambiare l`Europa, la vuoi distruggere”.